Da raccontare una notizia a vivere una storia: l’uso di AR e VR per un giornalismo immersivo.

Il giornalismo immersivo produce notizie in formati che permettono all’utente di vivere l’esperienza in prima persona. Che siano giornali online o cartacei, la Realtà Aumentata e la Realtà Virtuale offrono nuove modalità di informazione.

Le tecnologie AR e VR hanno la capacità di far immergere l’utente e, applicandole al giornalismo, nascono nuove forme narrative: si aggiunge alla notizia una dimensione sensoriale ed emotiva, ma anche quella spaziale. Col giornalismo immersivo, infatti, si va a ricostruire l’ambiente in cui la notizia è avvenuta, e in questo modo il lettore si trasforma in spettatore in prima persona dei fatti.

Nel campo del giornalismo immersivo, si possono distinguere due tendenze nel modo in cui le notizie possono essere fruite: l’iper-realismo da una parte, e le ambientazioni simulate dall’altra. Vediamole nel dettaglio.

L’IPER-REALISMO NEL GIORNALISMO IMMERSIVO

Con l’iper-realismo, si costruisce un’esperienza in Realtà Virtuale che permette al lettore di avvicinarsi agli accadimenti. L’ambiente virtuale viene costruito a partire da dati reali della notizia che viene raccontata, come foto, riprese e audio originali. L’utente può scegliere come osservare la storia e l’ambiente in cui è immerso e l’esperienza può essere fruita sia da web che col visore VR.

Un esempio è il reportage “Tour Aleppo’s old city, an ancient treasure decimated by war” realizzato dalla CNN. Si tratta di un video a 360° composto da fotografie e filmati di alcuni ambienti della città di Aleppo. L’utente può guardarsi attorno mentre il giornalista racconta la storia di quei luoghi e la loro distruzione a causa della guerra. 

La CNN dal 2017 sta investendo molto sulla Realtà Virtuale, e ha formato un’unità dedicata al giornalismo immersivo, la CNNVR che realizza reportage e documentari.

LE AMBIENTAZIONI SIMULATE

La notizia viene raccontata creando ambienti virtuali che uniscono dati reali con costruzioni tridimensionali in computer grafica. Si ha un’esperienza gamificata, simile ad un videogioco, in cui l’utente può esplorare e interagire con l’ambiente.

I lavori della giornalista Nonny de La Peña, definita da Forbes “madrina della Realtà Virtuale”, sono un esempio di questo tipo di giornalismo immersivo. Con la sua azienda Emblematic Group racconta storie per coinvolgere emotivamente gli spettatori che partecipano come avatar. 

Le maggiori testate internazionali stanno sperimentando il giornalismo immersivo, come il The New York Times che in partnership con Google e con Samsung ha realizzato NYT VR nel 2015, e il The Guardian, che in collaborazione con Google ha prodotto il primo film in Realtà Virtuale. In Italia, il Corriere della sera ha sviluppato Corriere 360, un progetto che prevede una serie di interviste in modalità “visite guidate” a 360°.

REALTÀ AUMENTATA NEI GIORNALI CARTACEI

Fino ad adesso, abbiamo visto esempi di Realtà Aumentata e Virtuale inserite in giornali e quotidiani digitali, ma possono essere integrate anche nelle versioni cartacee. 

Con queste tecnologie, si possono aggiungere contenuti multimediali che arricchiscono l’articolo. Inquadrando le pagine, infatti, si possono vedere in 3D elementi in Realtà Aumentata proiettate direttamente sulle superfici intorno al lettore, integrando in questo modo elementi virtuali con l’ambiente reale. Un altro strumento sono i QR code, che permettono di accedere a contributi digitali, come filmati, fotografie o audio che aggiungono ulteriori informazioni a quelle scritte.

In conclusione, il giornalismo immersivo rappresenta una rivoluzione nell’ambito dell’informazione. Queste tecnologie trasportano il lettore oltre le parole e le immagini, permettendo di esplorare i fatti in prima persona. L’immersione nella notizia che garantisce la Realtà Aumentata e la Realtà Virtuale porta a stimolare maggiormente l’empatia e la comprensione. Mentre il mondo dell’informazione continua a evolversi verso forme sempre più tecnologiche, possiamo aspettarci che il giornalismo immersivo diventi un format sempre più integrato nelle redazioni, arricchendo il modo in cui percepiamo e comprendiamo il mondo che ci circonda.

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